Nutrizione Oncologica

Per molto tempo l'importanza della nutrizione nel paziente oncologico è stata trattata solo tardivamente portando così il paziente a ricorrere alla nutrizione artificiale (nutrizione enterale o parenterale).

Oggi, grazie anche alle dimostrazioni scientifiche, questo modo errato di agire sta cambiando, pur se molto lentamente; gli organi e le società scientifiche cercano di sensibilizzare gli addetti ai lavori, nonché i paziente alla corretta alimentazione e, ad evitare le diete “fai da te”, che spesso non poggiano su basi scientifiche comprovate.

Sia per alterazioni metaboliche che per fattori psicologici, nel malato di cancro il desiderio di cibo sparisce ed in alcuni casi il disgusto per alcuni alimenti è così forte da inibirne l'assunzione (es. carne, caffè); questo fenomeno se non trattato può condurre non solo alla perdita di grasso ma anche alla perdita di muscolo e, in casi particolari come quello di una neoplasia, può indurre una riduzione dei muscoli respiratori, cardiaci etc. con conseguente alterazione delle loro funzioni.

Per tali ragioni, spesso, l'oncologo deve ridurre o sospendere momentaneamente le terapie antitumorali; il percorso nutrizionale dovrebbe avere inizio nel momento della diagnosi oncologica, ed ogni paziente dovrebbe seguire un percorso nutrizionale parallelo alle terapie antitumorali, in maniera tale da giungere ad un eventuale intervento chirurgico, e mantenere successivamente, un buono stato nutrizionale.

L'AICR (American Istitute for Cancer Research), in collaborazione con la Commissione europea , ha presentato il Codice Europeo contro il Cancro. Esso prevede 12 suggerimenti basati sulle migliori evidenze scientifiche disponibili, che puntano all’adozione di stili di vita sani e a sostenere nella quotidianità la prevenzione del cancro.

Per visionare il Codice Europeo contro il Cancro clicca qui